LESIVITÁ DEI PROIETTILI RICADENTI

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SPARARE VERSO L' ALTO NON PROCURA DANNI?
CADUTA LIBERA DEL PROIETTILE A SEGUITO DEL TIRO VERTICALE
LESIVITÁ DEI PROIETTILI RICADENTI.


È successo, più volte, che durante i la notte di S. Silvestro, qualcuno, "dalla mente non proprio lucida", decise di festeggiare l'evento sparando colpi con arma da fuoco verso l'alto dal proprio terrazzo. Ammesso che l'arma sia tenuta con la canna in una direzione, verso l'alto, tale che il proiettile non colpisca nessuno in modo diretto, ci si chiede: il proiettile in caduta è in grado di provocare danni?
Si consideri il caso puramente teorico e più semplice, ossia la ricaduta del proiettile lungo la traiettoria verticale.
La caduta libera del proiettile nell'aria richiede un esame più approfondito poiché il problema presenta anche interesse pratico, prospettandosi sovente il quesito della lesività, di questo, in ricaduta.
Il tiro verticale difatti rappresenta un caso particolare di traiettoria. La velocità decresce ad essere nulla al vertice della traiettoria, poi il proiettile ricade per effetto “gravitazionale”.
L'altezza massima raggiunta nel vuoto è data dall'espressione: S = (Vo^2)/2g.
Nell'aria l'altezza massima, raggiunta da un proiettile può essere calcolata con la formula empirica:
Altezza = radice quadra di (massa x velocità x costante) / calibro (massa espressa in grammi). La costante varia da 220 per proiettili “appuntiti” a 185 per quelli a punta tonda. In via estremamente approssimata può ritenersi che l'altezza massima raggiunta sia pari al 70% della gittata massima.
Il proiettile militare tedesco cal. 8x57 con velocità iniziale Vo = 870 m/s e m = 10 grraggiunge una
altezza di 2565 m, del tutto corrispondente a quella sperimentale. Un calibro 9 con Vo = 330 m/s di m = 8,5 gr, sale fino a 1176 m. (Valore sperimentale 1143) – Si tenga presente che la densità dell'aria varia sia con l'altezza che con la temperatura.
Un corpo cade nell'aria con moto accelerato. Nel suo procedere in questo moto il corpo incontra però la resistenza dell'aria che cresce al crescere della velocità. Ad un certo punto si verificherà che la forza ritardatrice dell'aria eguaglia la “forza di gravità”: da quel momento le due forze si equilibrano e il moto diventa uniforme. Un paracadutista che scende in caduta libera raggiunge, dopo circa 350 m di caduta, la velocità limite di circa 50 m/s.
Ciò vale, ovviamente anche per i proiettili. Posto che la Ritardazione è data da:
Rit. = (Resistenza x g) / p, (con p: forza-peso) pertanto la situazione di equilibrio sarà data:
(R x 9,81) / p = 9,81 ossia semplificando R = P
La resistenza R è espressa dalla formula: R = Coefficiente di forma x funzione della resistenza in relazione alla velocità. R = Cb x f (v). Pertanto f(v) = R / Cb
Ne consegue che se il proiettile si capovolge aumenta notevolmente il suo fattore di forma e quindi diminuisce la velocità limite. Il calibro 9 x 19, ad esempio, se ricadesse capovolto avrebbe un fattore di forma pari a 2,30 e una velocità limite di 70 m/s (252 km/h).
Le esperienze compiute hanno poi dimostrato che lo stesso proiettile ricadente, se non riesce a capovolgersi per effetto di una certa angolazione del tiro o per effetto del vento, ricade con la base verso il suolo e roteando vorticosamente (tipico è il ronzio che esso produce) cosi che esso viene ad avere un coefficiente di forma pari a circa 7,5 e, in tal caso, la velocità del proiettile non riesce a superare i 30-40 m/s ( 110 – 140 km/h) con energia cinetica pari a 4 – 7 joule, contro i 463 joule di energia iniziale. Il “condizionale” è dovuto in quanto i proiettili, utilizzati in canne rigate, generalmente, hanno il centro di massa in punto arretrato, spostato verso la base di questo, consentendogli di cadere non di punta. Diversa è la condizione di alcuni munizioni slug, non sferici, utilizzati in canna liscia, come la palla Brenneke nel cal.12 e altri, i quali essendo cavi e con borra alla base, il centro di massa ne risulta avanzato verso la punta, stabilizzando la sua traiettoria.
Dunque, in base ai dati teorici e sperimentali si può concludere che il proiettile, sparato verticalmente, ricade con una velocità minima non idonea a ledere la persona.
Il proiettile che al vertice della traiettoria si capovolge e ricade con la punta in avanti, acquista invece una velocità superiore ai 100 m/s e può essere pericoloso. Il proiettile cal 9 Para, alla velocità di 100 m/s può perforare la cute e produrre ferite superficiali; un proiettile appuntito per fucile militare può perforare la cute e almeno 30 cm di tessuto molle o 1 cm di osso. Il proiettile, in questo caso è potenzialmente letale.
Il proiettile di fucile, sparato verticalmente, se non spostato dal vento, ricade all'incirca entro un raggio di 10 m dal tiratore.
Nell'ipotesi che la densità dell'aria non possa essere assunta come costante, la velocità limite cresce con l'altezza di caduta (trascurabile è l'effetto coriolis) .
Fonte: www.earmi.it/balistica/bomb.htm